Come aiutarsi con la mente.
Negli sport di resistenza la psicologia ha un’importanza fondamentale.
E’ stato dimostrato che, a parità di potenza richiesta, concentrarsi sulla fatica provoca un aumento del battito cardiaco. Chi usa tecniche corrette ha una frequenza più bassa. La preparazione mentale, praticata 2-3 volte la settimana, usa gli stessi principi dell’allenamento atletico ed è diviso in 5 fasi.
Negli sport di resistenza spesso accade che tanti sacrifici e tanto lavoro per potenziare il motore vengano poi vanificati in gara da un aspetto sovente trascurato, quello mentale della prestazione. Per un pregiudizio molti credono che l’aspetto mentale della preparazione coincida con l’indagine sulla salute psicologica del soggetto. Come dire: lo psicologo sportivo si occupa degli atleti con problemi. Nulla di più sbagliato: per preparazione mentale si intende il ricorso a tecniche che aiutano a ottimizzare o a elevare la prestazione, ovvero che aiutano ad andare più forte. Volete un esempio di come l’aspetto mentale incida sulla prestazione? Non è vero che la resistenza alla fatica di un ultramaratoneta dipenda solo dalla sua preparazione atletica.
LA RICERCA
Alcuni esperimenti di laboratorio eseguiti su giovani maratoneti e triatleti hanno dimostrato che, a parità di watt richiesti dal ciclergometro, concentrarsi sulle sensazioni di fatica produceva un innalzamento significativo del battito cardiaco, mentre chi utilizzava tecniche di concentrazione particolari presentava una frequenza più bassa. Risultato, concentrandosi nel modo giusto si spende meno. Questo fenomeno dipende dagli effetti che il sistema nervoso centrale ( alcune aree del cervello in particolare ) sono in grado di esercitare sulla periferia ( circolazione e muscolatura ). La preparazione mentale è una metodologia che utilizza gli stessi principi generali dell’allenamento atletico, agisce attraverso il sistema nervoso centrale sull’organismo dell’atleta, utilizza come stimoli i processi cognitivi, emozionali e ideomotori, e mira ad aumentare il rendimento sportivo. Allenarsi mentalmente è dunque un processo del tutto simile, dal punto di vista del metodo del tutto simile, dal punto di vista del metodo, all’allenamento atletico: si tratta di eseguire sedute , con cadenza regolare (di solito 2-3 la settimana ) sulla base di un programma da individuare con l’aiuto di un esperto. La struttura di un programma di allenamento mentale prevede in genere 5 fasi. Ecco quali sono e come vanno applicate.
LE FASI
Scelta delle abilità mentali che si desidera allenare, ovvero gli obbiettivi dell’allenamento mentale. Un programma ben strutturato non dovrebbe comprendere che pochi obbiettivi altrimenti rischia di diventare velleitario. Occorre scegliere come obbiettivi quelli che non sono più coinvolti nel tipo di prestazione che si desidera migliorare. Per esempio, chi si prepara per una ultramaratona può omettere il controllo del dolore atletico.
Testare il livello iniziale delle abilità mentali considerate.
Allenamento a secco. Non è necessaria per tutti i tipi di abilità mentale, però è fondamentale in quelle che richiedono di lavorare su alcune prerequisiti prima di poter essere applicate durante l’allenamento atletico ( esempio il controllo del dolore ). Lavorare a secco significa allenare una certa capacità mentale da sola. Per esempio, imparare a rilassare la muscolatura delle gambe in movimento, si ha necessità prima di imparare a rilassare la stessa muscolatura da ferma. A casa o in palestra, bisognerà eseguire esercizi appropriati e solo dopo un po’ di tempo si sarà in grado di applicare questa capacità mentre si corre o si pedala. Nessuno è in grado di rilassare un muscolo mentre si muove se prima non l’avrà fatto da fermo.
Applicazione dell’abilità durante l’allenamento atletico e in gara.
Valutazione di efficacia ed efficienza e monitoraggio degli apprendimenti.
21 commenti:
Questo articolo odora da ..100 km di Passatore!!!
Ci stai cascando con la testa in questa gara e tra un pò anche con le gambe. Se così è in bocca al lupo, il prossimo anno avrò un'amica in più da incoraggiare per la strada..dal finestrino della mia macchina!!!
Si Giampy ci sto pensando, e prima di tutto voglio allenare la mente...più che le gambe...fammi luce per strada mi raccomando...!!!
Non ti preoccupare piu' di tanto Franca...
Trovo molto piu' massacrante fare
il personale in maratona che finire il Passatore...
Se sara'.... vedrai.....
Ciaoooooooo
Io ci proverò, e vedremo...!!!
Tu mi hai detto spesso che il passatore è meno duro della Pistoia Abetone !!!!
Io la Pistoia Abetone l'ho fatta tranquilla senza nessun dolore fisico, sono stata bene e se tanto mi da tanto il passatore lo dovrei fare tranquillamente.....SPERO....!
Ciao Marco !
Faccio l'avvocato del diavolo...peraprire una discussione a proposito di una una corsa di 100km. Ho fatto un copia e incolla dal sito dell'Albanesi (da cui ho tratto utilissime informazioni, su allenamenti, tecniche, etc autoapplicate su me stesso con mia grande soddisfazione). "Quando si supera una certa distanza (o meglio, tempo di percorrenza; vedasi più avanti) non si rischiano soltanto i propri muscoli, tendini o articolazioni. Diventano più probabili anche alterazioni a livello generale. Ho riscontrato in parecchi ultramaratoneti livelli di colesterolo insolitamente bassi (sotto a 130 mg/dl aumentano le probabilità di contrarre tumori); stesso discorso per molti ormoni. Del resto lo studio di Nieman (1987, condotto su 2.300 runner) non è mai stato messo in discussione, anzi è stato confermato da ricerche successive: la probabilità di ammalarsi raddoppia per coloro che corrono più di 90 km alla settimana. La depressione del sistema immunitario è evidente.
Altre ricerche evidenziano anche una netta depressione dell'umore nell'ultramaratoneta. Bisogna quindi chiedersi: perché?...."
da
http://www.albanesi.it/Corsa/cento.htm
Una riflessione su cui meditare....
E' chiaro che nell'affrontare queste imprese c'è un pizzico di masochismo. Gli effetti collaterali 8a volte anche seri) ci sono e non credo sia giusto sottovalutarli, anche perchè la salute è la cosa più importante. 100 Km sono davvero tanti, forse troppi! E' innaturale per il nostro organismo farli tutti assieme, senza considerare poi che si corre di notte (altra cosa innaturale!Non siamo mica gufi!).
Però è innegabile che l'esperienza ha un notevole fascino e può regalare sensazioni e soddisfazioni enormi.
E' una scelta dunque! Ne vale la pena? Forse si forse no! Ai poster (di Pamela Anderson!) l'ardua sentenza...
Come ai poster di Pamela Anderson????
I soliti maschi....!!!!
:-/
Ti ho scatenato una bolgia con la mia lettura tra le righe, forse era meglio che non dicevo ad alta voce quello che stavi pensando mentre scrivevi!!
Molti fanno la 100 km, sono persone che stanno più che bene e quindi se la si fa con criterio lascerà un pò di strascichi fisici ma nulla di più. Se la tua testa ti dice che è ora di provarci, fallo!! La preparazione è un onda lunga che deve partire ora, la testa è la prima parte d'allenare e tu stai sulla strada giusta.
La sfida è partita e ormai sono costretto a tifare per te perchè so che niente ti convincerà a lasciar perdere. Buona strada a Franca!!
Dici bene Giampy come sempre...Poi se mi metto in testa una cosa è difficile che se ne vada....!!!
Sò che dovrò fare tanti e tanti km, ma so anche che non correrò sempre ma dovrò abituarmi anche a camminare e correre allo stesso tempo...!!! Ho visto 3 dei miei compagni di squadra che l'anno corsa e il venerdì seguente erano a fare una gara di 10 km....stavano bene tutti e tre...!
perchè io non ce la dovrei fare?
Io ce la posso fare piano piano ma la farò !
Grazie Giampy.
la testa è importantissima per la 100, è per questo che raccomando tante ore su strada da soli!
dalla colla in poi, pur trovando altri atleti, sarai sempre e solo con te stesso/a ed i tuoi problemi...tanti, sia fisici,che mentali.....veschiche, disturbi di stomaco per chi, come me, non riesce ad alimentarsi, crampi, sonno, smania di arrivare etc.etc.
la forza di rimanere concentrato anche quando non riuscirai più a correre e ti sembrerà un'infinità camminare quei km. restanti....
anche da Brisighella a Faenza son tanti (6 km)....
ma vuoi mettere la felicità di
quando taglierai il traguardo!
quando le ragazze ti metteranno
quella medaglia al collo, quando
vedrai i tuoi cari che ti aspettano
felicissimi anche loro, anche loro
pravati da una notte insonne!!!
troppo bello Franca, meraviglioso
per quanto riguarda le problematiche, diciamo che quando non la portavo a termine ero inc...
avolato nero ed allora riprendevo con forza gli allenamenti, sbagliando, perchè bene o male 70/75 km. li avevo corsi, quando la portavo a termine ero al settimo cielo e correvo tutto ciò che c'era da correre, compresa la
Pistoia Abetone nel mese successivo, ben 6 coppiole ho fatto
e nel
(naturalmente era provati e non pravati)
dicevo che nel 1989 ho fatto il
personale sia sulla 100 che sulla
pistoia abetone, volendo, sempre quell'anno, lo avevo fatto anche in
maratona solo che stavo correndo
la 50 di romagna e passai al 41 in
2h e 54', al 45 in 3h e 13', terminando poi i 50 km in 3h e 42'
però dopo 2 3 anni son cominciati i
problemi piu' di testa che fisici, ma anche la muscolatura non rispondeva piu', ero abituato a correre i 10000 in meno di 38'
(36 e 47 il miglior tempo) e non andavo meglio che a 5 a km....
ora vedo uno spiraglio in positivo...
sia chiaro che tutte le maratone e le supermaratone che ho portato a termine sono un vanto personale, qualcosa che nessuno mi potrà mai toglire
Marco
Mi coio....i Marco andavi...e vai benissimo...io non ho ambizioni di tempo ma solo vorrei fare quei 100 km per sfidarmi ancora, non mi importa quanto tempo ci metterò. Ma io la penso come te che quando arrivi al traguardo e ti mettono la medaglia, sai di aver fatto un qualcosa che ti rimarrà nella mente per sempre.
Io mi ricordo la Pistoia Abetone, la gioia che provai quando arrivai lassù in volata con le braccia alzate e gli occhi pieni di lacrime, come quelli di Stefano e di mio Figlio Gabriele. Sono momenti incredibilmente stupendi che solo chi ama questo sport può capire.
grazie del tuo racconto, ora sono sempre più convinta di farcela, a piedi in ginocchioni, è uguale ma io ce la farò...e con me anche te e Marco Bucci...Ci vedremo all'arrivo...!
Cara Franca complimenti di nuovo per la bellissima medaglia. Bellissimo post che pero' rischia di farmi riaccendere la voglia di Passatore. Il mio amico Ugo dice che la preparazione per il Passatore inizia il 1 Luglio e ci siamo quasi...Forza Franca!!
No ragazzi...non esageriamo.
Certo, se volete finire il Passatore
sotto le 10 ore, allora va bene...
Ma perlomeno la prima volta, l'importante
sara' finirlo, e per farlo vi dovrete
fare diciamo da Gennaio almeno 4
maratone tranquille tranquille,
anche senza farle in gara magari.
Oppure due o tre lunghi di 5, 6 ore
integrati in un programma che poco
si differenzia da quello di una
maratona...
Ci sara' anche da camminare, si
perche' per arrivare al passo
della Colla la pendenza non e' da
poco e camminando sciogli le gambe
che nei 40 km precedenti avevi
contratto....
Franca.... il Passatore e' un'
avventura ed un sogno che puoi
realizzare....
Ripeto quando arrivo al traguardo
di una maratona sono distrutto
fisicamente....
Al Passatore, se ti sai gestire
ti faranno male solo i piedi...
Le vesciche non ti devono venire.... per quelle c'e' la
vasellina Marco, e te la devi portare pure appresso !!!!
Dai Franca e' fatta... ormai c'hai
il tarlo nel cervello....
Liberarsene e' impossibile !!
Io non vedo l'ora di cominciarla....
E pensa che il Marzo prima provero'
a fare il personale qui a Roma...
Solo dopo incomincero' la preparazione.... 2 mesi e basta !!!
a mio modesto parere ....iniziare ora già a parlare della 100 mi sembra prestino e può portare solo del logorio........pertanto corriamo tanto magari iniziamo a fare 2 maratone di fila e poi quando mancano 2 /3 masi mettiamo in campo un paio di uscite di 7/8 ore.......ed il gioco è fatto.
e aggiungo il migliore allenamento è allenare la mente.....uscire in solitario in condizioni anche precarie ........e abituarsi a sopportare il dolore......si deve arrivere al punto che il nostro trasforma il dolore in godimento .....solo cosi' si riesce a fare una gara dura senza problemi.
daccordissimo con Giovanni, ci si
deve abituare a stare ore ed ore in
solitudine, abituare la mente a correre "a tappe", se parti già col
pensiero rivolto a Faenza sei finito, invece ti devi predisporre
dei traguardi intermedi, cioè mi spiego meglio, pensi "ora arrivo a
Vetta le croci, trovo amici che mi
aspettano per salutarmi, c'è un buonissimo ristoro", poi "a Borgo san Lorenzo mi farò i primi massaggi", quando si inizia a salire da Ronta, vado un pò di passo e mi metto la calza maglia perchè inizierà ad esser fresco" etc.etc.
per le galle o vesciche và bene la vasellina, ma io usavo metterla prima di partire, poi mettere dei
calzini che "calzassero" benissimo,
senza grinze e le scarpe non le
toglievo mai, l'unica cosa che non
son mai riuscito a gestire e è stata quasi sempre la causa dei miei ritiri, era il problema di stomaco, non riuscivo a mangiare senza che avessi problemi, questo è
stato il mio cruccio maggiore anche
sulle maratone....
comunque non c'è bisogno di iniziare da adesso, ma da settembre
cominciare con qualche gara do 30/35 km. maratone e qualche uscita almento di 4 ore....
Marco
p.s. poi tutto è relativo ed applicabile a seconda del proprio
fisico e dell'approccio che si ha
con simili corse....
Finalmente degli ottimi consigli, poi voi avete esperienza su questo tipo di avvnture, semmai ogni tanto vi chiederò dei consigli, se a voi fa piacere.
Io ora ho la mente più rivolta a Berlino, che mi preparerà per la 100 km...poi vi chiederò come fare per allenarmi...!!!
Sono nelle vostre mani !
Grazie a Tutti, per le vostre testimonianze e i vostri consigli, utilissimi per me.
Un abbraccio. :-)
Ciao franca direi che sei già oltre la metà del guado, a questo punto rinunciare al tentativo ti costerà più fatica che a farlo.
Io l'ho fatto nel 2004, nel mio blog(aperto da poco) puoi leggere le impressioni che ho avuto e sono quelle di un vero amatore...assolutamente mediocre
non esistono amatori podisti o di altri sport mediocri, solo il fatto
di calzare le scarpette ed andare a
correre vuol dire che sei un CAMPIONE, correre e portare a termine la 100 significa che hai un
grande coraggio e tanta pazzia
BRAVISSIMO
Marco
ragazzi un'errata corridge
da brisighella sono ancora 12 i km.
e da Errano che sono circa 6 km..
Marco
Posta un commento